INCENTIVI MACCHINARI INNOVATIVI
La misura Macchinari Innovativi è l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di sostenere la realizzazione, nelle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), di programmi di investimento diretti a consentire la transizione del settore manifatturiero verso la cosiddetta “Fabbrica intelligente”.
Le domande di accesso alle agevolazioni, concesse mediante procedura valutativa a sportello, potranno essere presentate esclusivamente tramite procedura informatica accedendo all’apposita sezione del sito del Ministero.
L’iter di presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni è articolato nelle seguenti fasi:
- verifica del possesso dei requisiti di accesso alla procedura informatica, a partire dalle ore 10.00 del 9 gennaio 2019.
- compilazione della domanda, a partire dalle ore 10.00 del 15 gennaio 2019.
- invio della domanda di accesso alle agevolazioni, a partire dalle ore 10.00 del 29 gennaio 2019
Le domande di agevolazione pervenute sono ammesse alla fase istruttoria sulla base dell’ordine cronologico giornaliero di presentazione. Le istanze presentate nello stesso giorno sono, a tal fine, considerate come pervenute nello stesso momento, indipendentemente dall’ora e dal minuto di presentazione.
Beneficiari
Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda:
- sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese, sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti e non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;
- sono in regime di contabilità ordinaria e dispongono di almeno due bilanci approvati e depositati presso il Registro delle imprese, ovvero hanno presentato, nel caso di imprese individuali e società di persone, almeno due dichiarazioni dei redditi;
- sono in regola con la normativa vigente in materia di edilizia ed urbanistica, del lavoro e della salvaguardia dell’ambiente, nonché con gli obblighi contributivi;
- non hanno effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso l’unità produttiva oggetto dell’investimento;
- non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
- non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà.
Possono accedere alle agevolazioni anche ai liberi professionisti iscritti agli ordini professionali o aderenti alle associazioni professionali.
Settori ammessi
Sono ammessi tutti i settori manifatturieri di cui alla sezione C della classificazione delle attività economiche ATECO 2007, ad eccezione delle attività connesse ai seguenti settori:
- siderurgia;
- estrazione del carbone;
- costruzione navale;
- fabbricazione delle fibre sintetiche;
- trasporti e relative infrastrutture;
- produzione e distribuzione di energia, nonché delle relative infrastrutture.
Cosa finanzia
I programmi di investimento ammissibili devono:
- prevedere spese non inferiori a euro 500.000,00 e non superiori a euro 3.000.000,00;
- essere realizzati esclusivamente presso unità produttive localizzate nei territori delle Regioni meno sviluppate;
- prevedere l’acquisizione dei sistemi e delle tecnologie riconducibili all’area tematica “Fabbrica intelligente” della Strategia nazionale di specializzazione intelligente, come elencati negli allegati alla normativa di riferimento.
I beni oggetto del programma di investimento devono essere nuovi e riferiti alle immobilizzazioni materiali e immateriali, come definite agli articoli 2423 e seguenti del codice civile, che riguardano macchinari, impianti e attrezzature strettamente funzionali alla realizzazione dei programmi di investimento, nonché programmi informatici e licenze correlati all’utilizzo dei predetti beni materiali.
Le agevolazioni
Le agevolazioni sono concesse, nei limiti delle intensità massime di aiuto stabilite dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale valida per il periodo 2014-2020, nella forma del contributo in conto impianti e del finanziamento agevolato, per una percentuale nominale calcolata rispetto alle spese ammissibili pari al 75 %.
Il finanziamento agevolato, che non è assistito da particolari forme di garanzia, deve essere restituito dall’impresa beneficiaria senza interessi in un periodo della durata massima di 7 anni a decorrere dalla data di erogazione dell’ultima quota a saldo delle agevolazioni.
Il mix di agevolazioni è articolato in relazione alla dimensione dell’impresa come segue:
- per le imprese di micro e piccola dimensione, un contributo in conto impianti pari al 35 % e un finanziamento agevolato pari al 40 %;
- per le imprese di media dimensione, un contributo in conto impianti pari al 25 % e un finanziamento agevolato pari al 50 %.
Le agevolazioni sono erogate dall’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.a. – Invitalia, a cui sono demandate le relative attività istruttorie.
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EMISSIONE DI MINIBOND PER LE PMI PUGLIESI
La Regione Puglia, durante il Tavolo del Partenariato Economico e Sociale dei giorni scorsi, ha presentato una nuova iniziativa nell’ambito dell’utilizzo dei fondi comunitari 2014-2020.
L’iniziativa consiste nella creazione di un Fondo a sostegno delle imprese con sedi operative in Puglia nella emissione di obbligazioni, in modo da facilitare il loro accesso al credito attraverso l’utilizzo di un canale alternativo rispetto a quello tradizionale bancario che, a seguito della stretta creditizia (cosiddetto “credit crunch”), rischia di creare serie difficoltà soprattutto al sistema delle PMI.
In particolare, lo scopo di questo fondo è quello di favorire la disintermediazione creditizia, consentendo alle imprese pugliesi con le seguenti caratteristiche:
- indicatori economici positivi;
- bilanci in utile;
- non quotate in borsa;
- fatturato minimo di 10 milioni di euro (la Regione sta valutando se includere anche imprese con fatturato fino a 5 milioni);
di finanziare i propri piani di investimento aziendale attraverso l’emissione di minibond, ossia di strumenti finanziari obbligazionari, da collocare presso investitori istituzionali e professionali (banche, società di gestione del risparmio, SICAV, intermediari finanziari).
Le risorse stanziate per questo fondo ammontano complessivamente a 42 milioni di euro, a valere sul POR 2014-2020, che serviranno per fornire un supporto diretto alle PMI nell’ambito di questa strategia oltre che per prestare apposite garanzie per gli investitori che sottoscriveranno le obbligazioni.
L’intervento di Cassa Depositi e Prestiti dello Stato e di Medio Credito Centrale garantirà un massiccio piano di interventi con una immissione di risorse per le PMI di oltre 100 milioni di Euro.
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Fondo di Garanzia per le PMI: nel 2018 quasi 93.000 domande accolte
Nel 2018 salgono a 95.506 le richieste di accesso al Fondo di Garanzia per le PMI, lo strumento del Ministero dello Sviluppo Economico, gestito da Mediocredito Centrale (Gruppo Invitalia) che offre garanzie alle imprese che chiedono finanziamenti alle banche.
Il Fondo di Garanzia per le PMI favorisce l’accesso alle fonti finanziarie da parte piccole e medie imprese, attraverso la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali. Grazie al Fondo, che non offre contributi in denaro, l’impresa ha la concreta possibilità di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative).
Quasi 93.000 le domande accolte da Mediocredito Centrale in 9 mesi, per 13,8 miliardi di euro di finanziamenti e importi garantiti per 9,7 miliardi.
Le imprese garantite toccano quota 63.000 e il finanziamento medio garantito si attesta a circa 148mila euro.
Il Mezzogiorno ha fatto registrare un tasso di crescita del 14,7% in termini di importi finanziati.
La gran parte delle operazioni accolte riguarda imprese di micro dimensioni (58% del totale), cui seguono quelle di piccola dimensione (33%) e le medie (9%).
A livello settoriale, l’industria presenta il numero più elevato di domande ammesse, pari a circa il 42% del totale. Seguono il commercio con il 39% e i servizi (18,5%).
Le operazioni accolte relative a imprese femminili sono 10.963, in aumento del 7,7% rispetto al 2017 mentre quelle relative a start-up innovative e incubatori certificati di impresa sono 1.277 (+15,5% rispetto al 2017).
Le operazioni agevolate a valere sulla c.d. “Nuova Sabatini” sono 2.629 e quelle accolte relative a liberi professionisti iscritti agli ordini professionali e studi professionali sono 361.
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Credito d’imposta per la quotazione delle PMI
Sono aperti dal primo ottobre i termini per presentare la domanda di credito d’imposta sulle spese di consulenza per la quotazione delle PMI.
Le PMI che si quotano possono accedere all’incentivo previsto dalla manovra 2018, ossia il credito d’imposta al 50% per le spese sostenute in relazione all’operazione di ingresso sul mercato. Il Ministero dello Sviluppo Economico segnala che, dallo scorso primo ottobre, sono aperti i termini di presentazione delle domande, che sarà possibile inviare fino al 31 marzo 2019.
Il credito d’imposta è pari al 50% delle spese di consulenza per la quotazione di una PMI su un mercato regolamentato, fin a un massimo di 500mila euro,
Sono ammissibili le seguenti attività di consulenza:
- Attività sostenute in vista della quotazione, come l’implementazione e l’adeguamento del sistema di controllo di gestione, l’assistenza nella redazione del piano industriale, il supporto in tutte le fasi del percorso funzionale alla quotazione nel mercato di riferimento;
- Attività fornite durante la fase di ammissione alla quotazione e finalizzate ad attestare l’idoneità della società all’ammissione medesima e alla successiva permanenza sul mercato;
- Attività necessarie per collocare presso gli investitori le azioni oggetto di quotazione;
- Attività finalizzate a supportare la società emittente nella revisione delle informazioni finanziarie storiche o prospettiche e nella conseguente preparazione di un report, inclusa la due diligence finanziaria;
- Attività di assistenza nella redazione del documento di ammissione e del prospetto dei documenti utilizzati per il collocamento presso investitori qualificati o per la produzione di ricerche così come definite nell’articolo 3, comma 1, numeri 34 e 35 del regolamento (UE) n. 596/2014;
- Attività riguardanti le questioni legali, fiscali e contrattualistiche strettamente inerenti alla quotazione quali le attività relative alla definizione dell’offerta, la disamina del prospetto informativo o documento di ammissione o dei documenti utilizzati per il collocamento presso investitori qualificati, la due diligence legale o fiscale e gli aspetti legati al governo dell’impresa;
- Attività di comunicazione necessarie a offrire la massima visibilità della Società, a divulgare l’investment case, tramite interviste, comunicati stampa, eventi e presentazioni alla comunità finanziaria.
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REGIONE PUGLIA – GLI STRUMENTI DI AGEVOLAZIONE A FAVORE DELLE IMPRESE
La Regione Puglia mette a disposizione delle aziende che investono nel suo territorio, una serie di incentivi mirati e flessibili. Privi di scadenza e con procedura a sportello, gli strumenti sostengono le aziende di ogni dimensione.
Per le grandi imprese sono disponibili i Contratti di Programma che favoriscono sviluppo, occupazione, competitività e attrattività dei territori, finanziando investimenti per macchinari, suolo, opere murarie, ricerca e sviluppo e servizi per l’innovazione.
Le aziende di medie dimensioni sono agevolate dai Pia Medie Imprese. Si tratta di Programmi integrati di agevolazione che creano occupazione, promuovono la stabilità sociale e sviluppano dinamismo economico, sostenendo investimenti per macchinari, suolo, opere murarie, ricerca e sviluppo, servizi per internazionalizzazione, e-business e tutela dell’ambiente.
Ai Pia Medie imprese si affiancano i Pia Piccole imprese che coinvolgono anche le imprese di piccole dimensioni nei processi di sviluppo favorendo gli investimenti in ricerca e innovazione, la realizzazione di nuove unità produttive, l’ampliamento di quelle esistenti, la diversificazione di prodotti e processi.
Per le piccole e medie imprese già esistenti c’è anche il Titolo II – Capo III che favorisce lo sviluppo delle loro attività economiche, facilitandone l’accesso al credito. Lo strumento supporta anche l’acquisto di suoli, macchinari, impianti e attrezzature e la realizzazione di opere murarie.
Altro intervento rivolto alle Pmi ma con un’attenzione particolare per la tutela dell’ambiente è il Titolo VI – Fondo Efficientamento energetico. La misura consente di salvaguardare l’ambiente riducendo i consumi energetici delle imprese micro, piccole e medie.
La Regione riserva grande attenzione anche a chi desidera diventare imprenditore. Nidi permette a persone con difficoltà di accesso al mondo del lavoro (come giovani, donne, disoccupati, precari etc.) di avviare una nuova impresa con un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile. TecnoNidi offre un pacchetto di aiuti per l’avvio o lo sviluppo di start up tecnologiche mediante un prestito rimborsabile ed una sovvenzione, sia per gli investimenti che per le spese di gestione.
Per favorire l’accesso al credito delle microimprese già costituite c’è poi il Micro-prestito che permette a microimprese e liberi professionisti già operativi e con una buona idea di investimento, ma considerati “non bancabili” perché privi dei requisiti patrimoniali e finanziari, di accedere al credito e investire.
Anche il Turismo, una delle attività più strategiche dello sviluppo economico della Puglia, ha due strumenti di agevolazione dedicati. Per le imprese di ogni dimensione è attivo il Pia Turismo che migliora l’offerta turistica territoriale attraverso il recupero del patrimonio immobiliare esistente sia di pregio che in stato di degrado e favorisce la destagionalizzazione attraverso servizi connessi (porti turistici, campi da golf, infrastrutture sportive per eventi agonistici).
Titolo II Turismo – Capo VI permette invece alle Pmi di ampliare, ammodernare e ristrutturare le strutture turistico-alberghiere (inclusi gli alberghi diffusi), ma anche di realizzare o rinnovare stabilimenti balneari e approdi turistici, di creare strutture alberghiere, ristrutturando immobili storici.
Per l’immediato futuro inoltre, sono in cantiere nuovi strumenti, come i Minibond che consentiranno alle piccole e medie imprese di diversificare l’esposizione finanziaria emettendo titoli destinati ad altri investitori.
Per informazioni
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In Puglia Minibond per le piccole e medie imprese
Un nuovo strumento per favorire il credito delle piccole e medie imprese pugliesi: i Minibond.
Lo strumento mette a disposizione delle piccole e medie imprese un volume di risorse da 80 milioni di euro complessivi ripartiti in due avvisi da 40 milioni l’uno.
L’uscita del primo avviso è prevista ad ottobre e già entro il primo semestre del 2019 le piccole o medie imprese potrebbero emettere bond (si prevede un taglio medio di 3 milioni di euro) che sarebbero inseriti in un portafoglio con un volume complessivo di circa 100 milioni di prestiti obbligazionari.
L’emissione dei bond sarà resa possibile grazie a risorse finanziarie rese disponibili dalla Regione Puglia, attraverso Puglia Sviluppo, e da investitori istituzionali che intendono sostenere il progetto.
I dettagli del Minibond Puglia
Lo strumento sostiene le imprese con sedi operative in Puglia che hanno le potenzialità per emettere obbligazioni, favorendo la disintermediazione creditizia attraverso il ricorso al mercato di capitali.
Lo scopo del Fondo è consentire alle imprese pugliesi di finanziare i propri piani di investimento aziendale attraverso l’emissione di bond, ossia di strumenti finanziari obbligazionari.
Lo strumento è attuato attraverso la logica di portafoglio ed ha la finalità di rendere disponibili alle imprese pugliesi risorse finanziarie destinate all’’emissione delle obbligazioni (bond di nuova emissione) con l’apporto di risorse finanziarie rese disponibili dalla Regione Puglia, attraverso Puglia Sviluppo, e dagli investitori istituzionali che manifesteranno il proprio interesse a sostenere il progetto.
L’emissione dei Bond deve essere destinata alla realizzazione di investimenti in attivi materiali ed immateriali e al sostegno dell’attivo circolante, legato ad attività di sviluppo o espansione come quelle in ricerca e sviluppo.
La Regione Puglia interverrà in tre modi:
- Attraverso la garanzia di portafoglio, che fornisce una copertura del rischio delle prime perdite del Fondo Minibond;
- Il conferimento di una dotazione finanziaria come coinvestimento per la sottoscrizione dei bond da parte degli investitori istituzionali;
- Sovvenzioni dirette erogate per la copertura parziale delle spese sostenute dalle Pmi per l’emissione dei bond.
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Al via il secondo fondo di Invitalia Ventures Sgr per investimenti al Sud
Parte con una dotazione iniziale di 150 milioni di euro il nuovo fondo di venture capital gestito da Invitalia Ventures sgr dedicato alle pmi del Sud, in particolare a quelle che producono in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.
Il nuovo fondo, battezzato Italia Venture II – Fondo Imprese Sud, ha una durata di 12 anni ed è finanziato con risorse a valere sul Fondo per lo sviluppo e per la coesione, a cui potranno aggiungersi sottoscrizioni da parte di altri investitori.
Italia Venture II investirà nel capitale di rischio solo contestualmente a investitori privati, i quali dovranno apportare risorse pari ad almeno il 50% dell’investimento. Le operazioni sono rivolte ad imprese, con ricavi per almeno 10 milioni di euro, operanti soprattutto nei settori con alto potenziale di sviluppo, tra cui: agrofood, meccatronica, healthcare, turismo, moda e lifestyle.
Infatti, il fondo varato con la Legge di Stabilità 2018 è pensato soprattutto per le PMI che vogliono investire in progetti altamente tecnologici (Industria 4.0) per velocizzare la produzione e far crescere in dimensioni l’azienda. Progetti che le imprese hanno sempre più difficoltà a farsi finanziare dagli istituti di credito e dalle banche.
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