LA REPUBBLICA: INTERVISTA A GIUSEPPE URSI DIRETTORE GENERALE INVESTIMENTI&FINANZA MERCHANT
PIANI STRATEGICI MIRATI, CREAZIONE DI VALORE E RIORGANIZZAZIONE AZIENDALE : GLI STRUMENTI PER SANARE LE PROBLEMATICHE FINANZIARIE AZIENDALI
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Legge di Bilancio 2022
Il testo definitivo introduce importanti novità in materia di Fisco e Lavoro
- Nella legge di bilancio 2022, in vigore dall’1 gennaio dopo il via libera della Camera del 30 dicembre 2021 (con l’ennesima fiducia sul maxiemendamento del governo) e la pubblicazione in gazzetta ufficiale, sono state introdotte numerose misure per favorire la competitività del sistema produttivo del Paese. Dal sostegno alle imprese attraverso investimenti legati alla transizione digitale e green alle norme antidelocalizzazioni che puntano a tutelare i lavoratori senza penalizzare gli imprenditori.
A queste misure si affiancano una serie di ulteriori interventi voluti dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti per le imprese che intendono investire in Italia o comunque assumere lavoratori dalle aree di crisi.
Ecco le principali misure approvate in via definitiva.
- Incentivi e norma antidelocalizzazioni.
Sono state introdotte misure per i lavoratori di aziende in crisi: un fondo speciale di 100 milioni di euro per favorire il prepensionamento ma anche la decontribuzione totale per chi assume a tempo indeterminato questi lavoratori. Previste inoltre agevolazioni per l’acquisto di immobili da imprese in crisi. La norma antidelocalizzazione si applicherà alle aziende con più di 250 dipendenti che non risultano in crisi ma che decidono di chiudere una sede, licenziando più di 50 dipendenti.
- Contratti di sviluppo
È stato rifinanziato con 450 milioni di euro lo strumento di politica industriale dei Contratti di sviluppo per agevolare i progetti di investimento a sostegno della competitività.
- Nuova Sabatini e Fondo di Garanzia
In particolare vengono rifinanziati il Fondo di Garanzia PMI per 3 miliardi di euro fino al 2027 e la cosiddetta “Nuova Sabatini” con 900 milioni di euro complessivi dal 2022 al 2026.
- Fondo transizione industriale
E’ stato istituito al Mise il fondo per la transizione industriale con una dotazione di 150 milioni di euro dal 2022, che ha l’obiettivo di favorire l’adeguamento del sistema produttivo nazionale alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici attraverso agevolazioni alle imprese finalizzate alla realizzazione di investimenti per l’efficientamento energetico, per il riutilizzo e l’impiego produttivo di materie prime e di materie riciclate.
- Investimenti 4.0 e per internazionalizzazione
Previsto anche un incremento delle risorse a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese e la proroga dei crediti d’imposta per investimenti 4.0 in ricerca e sviluppo, transizione ecologica e innovazione tecnologica.
- Patent box
Cambia la disciplina del Patent box, con la diminuzione del reddito d’impresa, che passa dal 90% al 110% delle spese per ricerca e sviluppo per alcune categorie di beni immateriali. Estesa poi al 30 giugno 2022 la possibilità di trasformare le Deferred tax assets (Dta) in crediti di imposta.
- Riforma Irpef e Irap
La riforma delle tasse prevede la creazione di un sistema a 4 aliquote (23%, 25%, 35%, 43%) e nuovo metodo di calcolo delle detrazioni, con il “bonus Renzi” 100 euro che resta per i redditi fino a 15mila euro (primo scaglione Irpef). Il bonus di 1.200 euro l’anno può essere riconosciuto anche per i redditi tra 15mila euro e 28mila euro (secondo scaglione), ma a determinate condizioni.
Tagliata poi l’Irap per imprenditori individuali e professionisti.
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Simest: Portale Fondo internazionalizzazione, prorogata la chiusura
Prorogato al 31 maggio 2022 il termine per la presentazione delle domande di finanziamento a valere sul Fondo 394/PNRR.
Il Fondo Rotativo 394/81 è un fondo gestito da SIMEST per conto del MISE dedicato ai finanziamenti a tasso agevolato finalizzati a facilitare lo sviluppo internazionale delle imprese italiane, in particolare le PMI.
Nell’ambito della misura sono finanziati studi di fattibilità, programmi di inserimento sui mercati extra UE, programmi di assistenza tecnica, partecipazione a fiere, mostre, missioni di sistema in mercati extra UE e la patrimonializzazione delle PMI esportatrici.
La nuova proroga del Fondo 394 per l’internazionalizzazione deliberata dal comitato agevolazioni, dai principali rappresentanti della cooperazioni internazionale ( MAECI ) e dai ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico, oltre che dalle Regioni, conferma la possibilità per le imprese di inoltrare la propria domanda fino al 31 maggio 2022.
SIMEST, ricordiamo, è la finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all’estero, creata nel 1991 con il compito di sostenere il processo di internazionalizzazione e di assistere gli imprenditori nelle loro attività nei mercati stranieri. SIMEST sostiene l’internazionalizzazione, l’export e gli investimenti diretti all’estero delle imprese italiane che vogliono crescere e competere sui mercati mondiali.
Il precedente Fondo 394 considerava un tasso di archiviazione alle richieste che fluttuava tra il 15% e il 20% mentre questa nuova estensione collegata alla proroga del Temporary Framework, fissata per il 3 Dicembre 2021, permetterà un’ulteriore disposizione di risorse pari a 360 milioni, fondi usufruibili salvo esaurimento anticipato.
L’obiettivo principale del PNRR era l’adesione di circa 4 mila imprese entro la fine dell’anno ma già al 1° Dicembre sono state oltre 5.860 le realtà che hanno usufruito del fondo di rifinanziamento proposto dal Recovery Plan stanziato dal governo (fondo di 1,2 miliardi) con una stima totale di 836 milioni versati a sostegno delle aziende.
Il sud Italia ha mostrato un eccellente riscontro con 1830 richieste da parte delle imprese circa il 31 % per 246 milioni di risorse che corrispondono al 29% sul complesso degli stanziamenti previsti dal Recovery Plan. Per le piccole e medie imprese è riservato il 40% della dotazione complessiva dello strumento mentre per le restanti è inferiore, ovvero il 25%.
Questa ulteriore proroga è una vera e propria boccata d’aria per le imprese, assicurando infatti un importante assist di ripresa su tre fronti principali quali:
- Transizione digitale ed ecologica delle PMI con vocazione internazionale
- Partecipazione di PMI a fiere e mostre internazionali, anche in Italia, e missioni di sistema
- Sviluppo del commercio elettronico delle PMI in Paesi esteri (e-commerce)
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FINTECH : BOOM DI FINANZIAMENTI
Nei primi sei mesi del 2021 più investimenti che in tutto il 2020
Grazie alla velocità dell’erogazione e alla maturata competenza delle FinTech, le PMI possono oggi cogliere nuove e concrete opportunità per poter continuare a crescere
Il periodo storico che stiamo vivendo, le evoluzioni sociali, la mobilità tecnologica, le dinamiche economiche sono tutti elementi che hanno determinato diversi cambiamenti strutturali nel settore dei servizi finanziari. L’accelerazione e lo sviluppo tecnologico permettono infatti una maggiore facilità nell’accesso e nell’utilizzo dei servizi finanziari da parte dei consumatori.
È proprio qui che entrano in gioco le piattaforme Fintech.
In inglese il termine Fintech si traduce in tecnologia finanziaria e si riferisce ad un insieme di servizi e prodotti finanziari trasmessi attraverso tecnologie e piattaforme digitali. Il volume di affari di questa tecnologia finanziaria è in forte crescita. Dal 2018 ad oggi si sono registrati numeri da capogiro con + 120% di crescita e un giro d’affari che raggiunge quota 40 miliardi di dollari. Le startup di Fintech sono numerose, circa 1.500 e sono sia a livello nazionale che internazionale.
Gli operatori fintech lavorano con un approccio totalmente diverso rispetto alla finanza tradizionale e rivestono un ruolo sempre più di spessore nella metamorfosi del settore dei Financial Services.
In che modo ? Per la prima volta in assoluto gli operatori Fintech sfruttando modalità operative informatiche, in grado di proporre al cliente un’esperienza completamente digitale. I servizi erogati dalle imprese e dalle piattaforme FinTech non sono differenti da quelli della finanza tradizionale anzi sono identici ma più funzionali; tra questi vi sono le app bancarie, i trasferimenti di denaro peer-to-peer, il crowdfunding online, il social lending, le interazioni con i chat bot, i pagamenti da smartphone.
Una presentazione che non lascia spazio a dubbi o perplessità, ma quanto vale il Fintech nel nostro paese? Secondo un’indagine condotta dall’ associazione Italia-Fintech, nel 2021 le richieste per i prestiti alle pmi italiane dalle piattaforme fintech sono raddoppiate rispetto al 2020. Partendo da quota un miliardo nel 2020 a distanza di un anno si sfiorano i 2 miliardi di euro per un totale di circa 7,2 miliardi. Con l’aggiunta, inoltre, da inizio dell’operatività delle varie piattaforme (precisamente tra il 2015 e il 2016) si sfiora la quota di 100 milioni, raccolti dalle piattaforme di equity crowdfunding. Il tutto per un totale di 2,3 miliardi di euro di capitali canalizzati sulle aziende attraverso piattaforme fintech. Inoltre, evidenzia lo studio, insieme al valore economico complessivo del credito erogato, da gennaio a settembre 2021, è anche aumentato il numero delle aziende finanziate raggiungendo quota 6.400, rispetto alle 3.026 dell’anno precedente nello stesso periodo.
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CRISI D’IMPRESA 2021: IN GAZZETTA IL DECRETO LEGGE CON LA PROROGA DEL CODICE AL 2022
TRA LE NOVITÀ, L’INTRODUZIONE DELL’ISTITUTO DELLA “COMPOSIZIONE NEGOZIATA DELLA CRISI”
E’stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 agosto 2021, il decreto legge 118/2021 con le misure urgenti sulla crisi d’impresa che rinvia temporaneamente – al 16 maggio 2022 – l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza fornendo, al contempo, agli imprenditori in difficoltà ulteriori strumenti, efficaci e meno onerosi, per il risanamento delle attività che rischiano di uscire dal mercato.
Il provvedimento introduce l’istituto della “composizione negoziata della crisi”, che rappresenta un nuovo strumento di ausilio alle imprese in difficoltà, finalizzato al loro risanamento previsto nei casi di squilibrio economico o patrimoniale precedente all’eventuale crisi di insolvenza ma ancora reversibile. Si tratta di un percorso extragiudiziale di composizione esclusivamente volontario e caratterizzato da assoluta riservatezza a cui si potrà accedere tramite una piattaforma unica nazionale telematica a partire dal prossimo 15 novembre. All’imprenditore si affianca un esperto, terzo e indipendente, munito di specifiche competenze, al quale è affidato il compito di agevolare le trattative con i creditori, necessarie per il risanamento dell’impresa. ll decreto per incentivare l’accesso alla procedura di composizione negoziata, istituisce anche delle misure premiali di natura fiscale che sono riportate all’articolo 14.
Si modifica inoltre la legge fallimentare, con l’anticipazione di alcuni strumenti di composizione negoziale già previsti dal codice della crisi.
Si stabilisce infine, il rinvio al 31 dicembre 2023 del Titolo II sulle misure di allerta, per sperimentare l’efficacia della composizione negoziata e rivedere i meccanismi di allerta contenuti nel codice della crisi d’impresa.
Con la pubblicazione del provvedimento, che ora va alle Camere per la conversione, è immediatamente operativo l’art. 27, dedicato alle disposizioni transitorie, che prevede di applicare dal 15 novembre alcune importanti disposizioni: si tratta degli art. 2 e 3, commi 6, 7, 8 e 9, e degli articoli da 4 a 19. In pratica, il dl 118/2021 da un lato ha immediatamente differito al 16 maggio 2022 l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (dlgs 14/2019, Ccii), che così non entrerà più in vigore il 1° settembre 2021, ed ha immediatamente differito al 31 dicembre 2023 i tanto temuti sistemi di allerta precoce della crisi disegnati dagli art. 12 e ss dello stesso Ccii.
Tali misure, approvate dal Consiglio del Ministri nella seduta del 5 agosto, sono state introdotte, a seguito dell’aumento delle imprese in difficoltà o insolventi e della necessità di fornire nuovi ed efficaci strumenti per prevenire e affrontare situazioni di crisi.
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IL DECRETO SOSTEGNI BIS È LEGGE: I PRINCIPALI INTERVENTI PER LE IMPRESE
Il provvedimento diventato Legge 23 luglio 2021, n. 106, con la pubblicazione in GU del 24 luglio 2021 contiene una serie di misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19 per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali.
Vediamo una sintesi delle principali novità per le imprese:
1. Nuovi contributi a fondo perduto per imprese e professionisti.
Si riconosce un contributo a fondo perduto “ulteriore” rispetto a quelli previsti dai provvedimenti precedenti a favore di tutti i soggetti che hanno la partita IVA attiva alla data del 26 maggio 2021.
La misura prevede:
– un contributo a fondo perduto per le partite IVA con determinate classi di ricavi, che hanno subito un calo del fatturato di almeno il 30% tra il 2019 e il 2020;
– un aiuto economico basato sul calo medio mensile del fatturato nel periodo compreso tra il primo aprile 2020 e il 31 marzo 2021.
Inoltre, per le attività economiche chiuse per almeno quattro mesi nel periodo che va dal 1° gennaio alla data di conversione del decreto, viene istituito un Fondo per il sostegno alle attività economiche chiuse con una dotazione di 100 milioni di euro.
2. Contributi a fondo perduto per ristoranti, alberghi, wedding, intrattenimento, HORECA.
Si prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto per un importo complessivo di 60 milioni di euro per l’anno 2021, che costituisce limite massimo di spesa, alle imprese operanti nei settori del wedding, dell’intrattenimento, dell’organizzazione di feste e cerimonie e del settore dell’Hotellerie-Restaurant-Catering. Criteri, requisiti e modalità di erogazione del beneficio saranno individuati con apposito decreto.
3. Bonus affitti
Con il Decreto Sostegni bis viene anche rifinanziata una misura che tanto ha funzionato nei mesi scorsi. Ci riferiamo al credito d’imposta fino al 60% per le spese di affitto sostenute nei mesi che vanno da gennaio a maggio 2021.
Per questa misura sono stati stanziati 2,3 miliardi di euro. Non dovrebbero esserci novità rispetto alle precedenti mensilità: per l’accesso al credito d’imposta, quindi, non bisognerà – a differenza di quanto previsto per i contributi a fondo perduto – soddisfare dei requisiti relativi al calo di fatturato.
Molte novità che riguardano gli adempimenti fiscali:
- per i contribuenti soggetti agli ISA (e di quelli in regime forfettario) è disposta la possibilità di effettuare i pagamenti delle imposte sui redditi, IRAP e IVA, in scadenza dal 30 giugno al 31 agosto, entro il 15 settembre 2021, senza interessi e senza l’applicazione dello 0,40% in più;
- sospensione delle cartelle, differita dal 30 giugno al 31 agosto 2021 la data finale del periodo di sospensione dei termini di versamento, derivanti da cartelle di pagamento, nonché dagli avvisi esecutivi previsti dalla legge, relativi alle entrate tributarie e non (la notifica delle cartelle riprenderà il 1° settembre);
- rinviate le scadenze delle rate di “rottamazione ter” e “saldo e stralcio”:
- il termine di versamento dell’imposta sostitutiva per chi intende effettuare la rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni, possedute al 1° gennaio 2021, è fissato al 15 novembre 2021 anziché al 30 giugno;
- proroga del bonus affitto per i negozi.
Inoltre:
- agevolazioni su Imu e Tari e sulle bollette (esenzione IMU per i proprietari di abitazioni con sfratti esecutivi);
- esenzione dal Canone Rai: le strutture ricettive nonché di somministrazione e consumo di bevande in locali pubblici o aperti al pubblico, sono esonerate dal versamento del canone di abbonamento per l’anno 2021;
- mutui agevolati under 35.
Un altro consistente pacchetto di aiuti arriverà sotto forma di bonus fiscali, di cui:
- bonus restauro per edifici tutelati, con un credito d’imposta pari al 50%;
- credito d’imposta sulle commissioni dal 30 al 100% per le attività commerciali che si doteranno di Pos (vista la sospensione dell’operazione cashback);
- stanziamento di 10 milioni di euro per garantire tamponi gratis al fine di consentire ai soggetti “fragili” di ottenere il green pass;
- contratti a termine e formazione;
- ecobonus auto, con lo stanziamento di 350 milioni di euro e la proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2021.
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Il fondo di garanzia delle PMI nel Decreto ‘Sostegni-bis’
Liquidità alle imprese: si allungano i tempi ma scende la copertura dei fondi
Prorogate sino al 31 dicembre 2021 le misure per il sostegno alla liquidità delle imprese. Sulle nuove operazioni la garanzia scende all’80% e la durata massima dei finanziamenti è fissata in 8 anni. Per le operazioni già ammesse al Fondo potrà essere richiesto il prolungamento fino a 8 anni con la conferma della copertura originaria.
Per fronteggiare le conseguenze economiche del Covid-19 il Decreto Sostegni-bis ha ulteriormente modificato il funzionamento del Fondo di garanzia per le PMI: le modifiche sono state autorizzate dalla Commissione Europea, con comunicazione C(2021) 4930 del 29 giugno 2021 e sono state illustrate dal Mediocredito Centrale con la circolare n. 6 del 30 giugno 2021.
Garanzie estese fino al 31 dicembre 2021
La Commissione Europea, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 13 del decreto Sostegni bis, ha innanzitutto autorizzato la proroga fino al 31 dicembre 2021 della durata:
– della disciplina speciale del Fondo di Garanzia;
– di Garanzia Italia
Fondo Garanzia per le PMI (articoli 12, 13 e 15)
La misura prevede quanto segue:
- la proroga, fino al 31 dicembre 2021, delle misure di intervento del Fondo di Garanzia per le PMI previste dall’articolo 13 del DL Liquidità;
- l’allungamento, da 6 a 8 anni, dei tempi di restituzione dei finanziamenti garantiti.
- per le nuove operazioni oltre i 30.000 euro, la percentuale di copertura della garanzia del Fondo viene ridotta dal 90% all’80%, mentre per l’allungamento della durata dei finanziamenti già garantiti in essere, non si prevede alcuna riduzione delle coperture;
- per i finanziamenti di importo fino a 30.000 euro garantiti al 100% è previsto un abbassamento, a partire dal 1 luglio 2021, della percentuale di copertura al 90%. Inoltre, sempre da luglio 2021, viene eliminato il tetto al tasso d’interesse;
- viene eliminata la possibilità, per le midcap(1), ossia le imprese con un numero di dipendenti tra 250 e 499, di accedere alla garanzia gratuita del Fondo di garanzia per le PMI. Le midcap quindi potranno accedere solo alla garanzia di SACE.
- è stata inserita nuovamente la possibilità per enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, di presentare richieste di garanzia al Fondo per i finanziamenti di importo inferiore a 30.000 euro;
Garanzie SACE (articolo 13)
Il Decreto prevede quanto segue:
- la proroga della misura Garanzia Italia di SACE al 31 dicembre 2021;
- la possibilità di allungare, da 6 a 8 anni, i tempi di restituzione dei finanziamenti garantiti. Per i finanziamenti già garantiti è possibile richiedere un’estensione della durata fino a un massimo di 8 anni o la sostituzione con nuovi finanziamenti aventi durata fino a 8 anni;
- per i prestiti obbligazionari viene ridotta dal 30 al 15% la quota intrasferibile per i sottoscrittori originari qualora la classe di rating dell’impresa beneficiaria sia inferiore a BBB.
- ammesse le imprese “diverse dalle PMI” con un numero di dipendenti non superiore a 499. La garanzia è concessa a titolo gratuito e a condizioni di particolare favore.
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Grazie al FinTech le PMI possono contare su nuove opportunità per risollevarsi dopo il lockdown e ottenere credito in modo agile
Con il termine inglese FinTech, (Finance e Technology) ci si riferisce alla tecnofinanza o tecnologia finanziaria, ossia a quella fornitura di servizi e prodotti finanziari erogati attraverso le più moderne tecnologie messe a disposizione dell’ICT e da internet.
Le Fintech, banche digitali, hanno fatto irruzione nel mercato italiano già da alcuni anni, sono in forte crescita e stanno rosicchiando velocemente sempre più mercato alle banche tradizionali: oggi contano un bacino di utenza che copre la quasi totalità della popolazione globale.
Vantaggi del FinTech
Grazie all’innovazione digitale che permette di gestire i processi in modo snello e da remoto assicurando il distanziamento sociale, le banche FinTech stanno rappresentando per le startup e le PMI una risorsa reale per ottenere credito velocemente e un valido supporto per il mondo produttivo nell’era post Covid.
- ⇒Semplicità
- ⇒Velocità
- ⇒Flessibilità
- ⇒Convenienza
questi i vantaggi essenziali offerti dai servizi fintech a discapito di quelli delle banche tradizionali che vengono considerate inefficienti, poco chiare o poco tempestive.
Le piattaforme FinTch, inoltre, hanno successo perché permettono la gestione agile dei piccoli prestiti che solitamente non convengono alle banche.
PMI: fiducia verso il FinTech
In Italia, il semestre caratterizzato dalla pandemia ha fatto aumentare l’attenzione sul settore fornendo alle imprese una strada alternativa per uscire dalla crisi.
Sono molti gli operatori italiani di FinTech che hanno messo a disposizione diversi servizi ad hoc per le PMI messe in crisi dal lockdown, mettendo a disposizione soluzioni di credito coperte dalla garanzia dello Stato al 90% prevista dal Decreto Rilancio.
E si direbbe con successo, come dimostrano i numeri del 3° Report sulla Finanza Alternativa per le PMI:
- l’erogatoFinTech alle PMI italiane è stato pari a 2,67 miliardi di euro (da luglio 2019 a giugno 2020);
- pari al +4% annuo;
- i finanziamenti alle imprese da parte della finanza alternativa nei primi nove mesi dell’anno sono ammontati a 1 miliardo, con un incremento di 4,5 volte rispetto al dato dello stesso periodo del 2019.
Propensione al cambiamento
In questo scenario le banche tradizionali che desiderano rimanere competitive devono avviare un processo di cambiamento nel modo di disegnare ed erogare servizi partendo dalla digitalizzazione dell’intera filiera, al fine di soddisfare al meglio i propri clienti anche attraverso la collaborazione con le FinTech : il prossimo passo sarà infatti l’integrazione tecnologica tra società FinTech e istituti finanziari . Negli ultimi mesi si sta già assistendo ad un aumento notevole delle partnership, con sempre più banche e istituzioni interessate alle società FinTech, a tutto vantaggio della qualità del servizio offerto al cliente finale.
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LE NUOVE REGOLE UE SU NPL RISCHIANO DI AVERE UN IMPATTO NEGATIVO SULL’ECONOMIA ITALIANA RENDENDO PIÙ DIFFICILE OTTENERE PRESTITI E FINANZIAMENTI.
CHIESTA UNA REVISIONE DELLA NORMATIVA E UN RINVIO DELL’ENTRATA IN VIGORE.
Si chiama “calendar provisioning” ed è la normativa della BCE (banca centrale europea) per le coperture dei crediti deteriorati (ossia quei prestiti erogati dalle banche che rischiano di non essere più restituiti, o di esserlo solo in parte, a causa delle difficoltà dei debitori) che, per effetto della pandemia, aumentano a dismisura e rischiano di mettere in crisi le banche. Sono regole nate prima della pandemia che andrebbero riviste infatti, l’introduzione, prevista per gennaio 2021, del nuovo regolamento europeo sui crediti deteriorati, rischia di avere gravi conseguenze sul tessuto economico dell’Italia delle imprese dei risparmiatori e di chi investe. Le nuove regole prevedono che la riclassificazione del credito come “scaduto” scatterà quando un debitore non ripagherà per 90 giorni un ammontare pari all’1% del finanziamento totale (in precedenza era al 5% in Italia) e di almeno 100 euro per le esposizioni al dettaglio (persone fisiche) e di 500 euro per le imprese. Entrambe le condizioni devono verificarsi perché il credito sia contabilizzato come scaduto: in questo caso è richiesto alla banca di mettere da parte più capitale, perché l’esposizione è considerata più rischiosa. E’evidente che con queste regole le banche saranno sempre più rigide nell’erogazione del credito e l’economia, invece di essere sostenuta a causa del Covid, finirà per essere definitivamente strangolata.
Si estende la platea dei cattivi pagatori
Finora le svalutazioni sono state applicate automaticamente nei bilanci bancari solo per crediti in default fino ad aprile 2019. Ampliandone lo spettro, la platea dei cosiddetti cattivi pagatori è inevitabilmente destinata ad allargarsi. Un bel problema per i privati e le Pmi” anche perché il risultato potrebbe essere devastante nel rapporto tra banche e imprese. A questo si aggiunge poi il fatto che l’impatto economico del Covid ha ancora contorni indefiniti. In assenza di interventi pubblici si stima che, a fronte di un’ipotetica riduzione del prodotto interno lordo del 10%, il numero di fallimenti potrebbe crescere fino a 14mila nel 2020 come si legge nell’ultimo rapporto annuale di Bankitalia pubblicato il 29 maggio. E’ essenziale quindi una modifica della disciplina calendar provisioning entro la fine dell’anno, quanto meno, come chiede la stessa ABI, aumentando il tempo di tre mesi e alzando le cifre irrisorie.
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LA LEGGE DI BILANCIO 2021 RINVIA LA SCADENZA AL 30 GIUGNO 2021.
Potranno fare domanda entro la fine di gennaio le imprese non ammesse al rinvio del termine per il pagamento delle rate.
È l’articolo 41 della Legge di Bilancio 2021 a disporre la proroga dal 31 gennaio 2021 al 30 giugno 2021 della moratoria dei prestiti per le micro, piccole e medie imprese: un’importante misura prevista per sostenere la liquidità delle PMI e aiutarle a superare la caduta produttiva connessa con l’emergenza sanitaria (sostanzialmente prevede il congelamento delle rate sui finanziamenti concessi e le relative garanzie del Fondo PMI ).
Non servirà fare domanda per le imprese già ammesse alla moratoria poiché la proroga diventa automatica. Dovranno invece presentare apposita richiesta, entro il 31 gennaio 2021, le PMI escluse delle misure di sostegno introdotte nel corso del 2020. Al contrario, nel caso di rinuncia alla moratoria da parte dell’impresa, la volontà di riprendere i pagamenti dovrà essere manifestata al soggetto finanziatore entro il 31 gennaio 2021, data che slitta al 31 marzo 2021 per le imprese del turismo.
Per la proroga della moratoria da prestiti e finanziamenti, la Legge di Bilancio 2021 incrementa di 300 milioni di euro la dotazione della sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI.
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