Nuova Sabatini Capitalizzazione 2024
L’agevolazione finanzia i programmi di investimento delle PMI costituite in forma societaria. A sostegno di investimenti per le imprese in beni strumentali anche green e per il Sud Italia
Dal 1° ottobre 2024 le PMI potranno presentare domanda per accedere ai contributi previsti nell’ambito della “Nuova Sabatini Capitalizzazione”. La misura ha lo scopo di sostenere i processi di capitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese, costituite in forma societaria, che intendono realizzare investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa, attrezzature ad uso produttivo, hardware, software e tecnologie digitali.
È rivolta alle imprese costituite in forma di società di capitali, con sede in Italia, che non risultino appartenere ai settori finanziario e assicurativo, di cui alla sezione K della classificazione delle attività economiche ATECO 2007. Possono quindi accedere ai contributi della Nuova Sabatini Capitalizzazione anche le imprese appartenenti ai settori dell’agricoltura e della pesca. |
Le imprese che intendono usufruire dell’agevolazione dovranno deliberare, entro la data di presentazione della domanda, un aumento di capitale sociale.
È necessario che la delibera di aumento di capitale sociale:
- sia effettuata entro la data di presentazione della domanda di agevolazione e durante i 6 mesi precedenti alla stessa;
- sia nella forma del conferimento in denaro e risulti adottata dalla PMI come “versamento in conto aumento del capitale”;
- non contenga alcuna previsione contraria rispetto all’inscindibilità dell’aumento del capitale.
- sia in misura almeno pari al 30% dell’importo del finanziamento correlato al programma d’investimento;
- sia versato per almeno il 25% entro trenta giorni successivi alla concessione del contributo e la restante parte prima delle singole richieste di erogazione
L’aumento di capitale deve essere interamente sottoscritto entro e non oltre trenta giorni successivi alla concessione del contributo e comunque prima della richiesta di erogazione del contributo.
A quanto ammonta il contributo?
La dotazione finanziaria è pari a 80 milioni di euro e il contributo in conto impianti, è rapportato agli interessi calcolati su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso di interesse annuo del:
- 5% per le micro e piccole imprese;
- 3,575% per le medie imprese.
nella forma del versamento soci in conto capitale, pari al 30% dell’importo del finanziamento richiesto.
Com’è possibile presentare le istanze?
Le domande di accesso al contributo “Nuova Sabatini Capitalizzazione” devono essere compilatein via esclusivamente telematica a partire dal 1 ottobre attraverso la procedura disponibile nella sezione “Compilazione domanda di agevolazione” della piattaforma informatica dedicata alla misura, collegandosiall’indirizzo internet: https://benistrumentali.dgiai.gov.it.
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Concessioni balneari: proroga fino a settembre 2027.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma delle concessioni balneari. La misura è contenuta all’interno di un decreto legge su materie oggetto di procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato Italiano che “consentirà di agevolare la chiusura di 16 casi di infrazione e di un caso EU Pilot”.
La stessa materia delle concessioni balneari è stata infatti oggetto di una procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia dopo i ripetuti avvisi di conformarsi alla Direttiva Bolkestein in tema di concorrenza, disattesi dai vari governi succedutisi negli anni attraverso proroghe automatiche delle concessioni.
La riforma, accolta con favore dall’UE ma non dalle opposizioni e dalle associazioni di categoria, rappresenta “un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione di particolare rilievo per la nostra Nazione”, spiegano da Palazzo Chigi in una nota.
Punto focale della riforma è la proroga delle attuali concessioni fino a settembre 2027; tuttavia, in caso di “ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva” è prevista la possibilità di un ulteriore slittamento del termine fino al 31 marzo 2028. Le nuove concessioni avranno una durata di almeno 5 anni e non più di venti e dovranno essere messe all’asta entro il 30 giugno 2027, termine ultimo per l’avvio delle gare.
I concessionari uscenti avranno diritto ad un indennizzo, a carico del concessionario subentrante, pari al valore dei beni non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni. Il nuovo gestore avrà inoltre l’obbligo di assumere i lavoratori già impiegati nella precedente concessione che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare.
Tra i criteri per l’assegnazione delle nuove concessioni rileverà anche la presenza di offerenti già titolari, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare.
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Finanza sostenibile, MEF punta a facilitare il dialogo tra PMI, banche e investitori
In consultazione pubblica fino al 2 agosto 2024 il documento del Tavolo per la Finanza Sostenibile promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Supportare le PMI nella produzione di informazioni attinenti agli impatti ESG (ambientali, sociali e di governance) per facilitare il dialogo con le banche sui temi della sostenibilità. È questo l’obiettivo del documento elaborato dal “Tavolo per la Finanza Sostenibile” per favorire il coordinamento tra istituzioni e sistema economico del Paese, al fine di sviluppare e attuare strategie di finanza sostenibile e mobilitare così le risorse private attraverso il mercato dei capitali a servizio della transizione green e digitale dell’economia reale.
Il documento si compone di un modello di riferimento per la standardizzazione delle “Informazioni di sostenibilità dalle PMI alle banche” e una dettagliata guida metodologica.
Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di neutralità climatica dell’Unione Europea entro il 2050, sarà infatti necessario un significativo impegno da parte del sistema finanziario e delle imprese, comprese le PMI, alle quali sarà richiesto gradualmente dal mercato (banche, investitori e grandi imprese) di fornire le informazioni ESG delle loro attività.
Il documento è stato elaborato beneficiando anche delle interlocuzioni avute con l’Organismo Italiano Contabilità, diversi stakeholder, e del supporto di consulenti incaricati nell’ambito del programma Technical Support Instrument finanziato dalla Commissione europea.
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Finanza sostenibile: un nuovo modello bancario per le PMI
Il documento è stato elaborato dal “Tavolo per la Finanza Sostenibile”, promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Le piccole e medie imprese (PMI) svolgono un ruolo cruciale nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e di neutralità climatica dell’Unione Europea entro il 2050. Un aspetto fondamentale di questo processo è la fornitura di informazioni ESG (ambientali, sociali e di governance) relative alle loro attività.
La transizione verso una economia verde e giusta richiederà che anche le PMI inizino a comunicare al mercato, comprese banche, investitori e grandi imprese, le informazioni riguardanti gli impatti ESG delle loro operazioni. Questo passo non solo contribuirà al raggiungimento degli obiettivi climatici, ma porterà anche benefici diretti alle PMI stesse.
Tra i vantaggi per le PMI vi sono:
– misurazione dei rischi e pianificazione degli investimenti: la comunicazione di informazioni ESG può aiutare le PMI a identificare e gestire meglio i rischi, oltre a pianificare in modo più efficace i propri investimenti.
– miglioramento dell’accesso ai finanziamenti: le PMI che forniscono informazioni ESG possono ottenere finanziamenti a costi inferiori e condizioni più favorevoli.
– resistenza agli shock: un approccio sostenibile può aumentare la resilienza delle PMI agli shock energetici e ambientali.
Il documento che dettaglia queste informazioni è disponibile sul sito ufficiale del Dipartimento del Tesoro. Inoltre, il Dipartimento invita a inviare contributi e rispondere ad alcune domande entro il 2 agosto all’indirizzo email segreteriatecnica.tfs@dt.tesoro.it
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Il settore immobiliare alberghiero nel 2023
Nonostante un calo del fatturato a 3 miliardi di euro (3,5 miliardi il dato precedente) e una leggera contrazione degli investimenti complessivi, passati da 1,7 miliardi nel 2022 a 1,4 miliardi nel 2023 (-17%), il settore immobiliare alberghiero italiano ha mostrato una buona dinamica, con un discreto numero di transazioni nella prima parte dell’anno e un tasso di occupazione delle camere di oltre il 60%, superiore alla performance del 2019. Positive le prospettive future, con previsioni di crescita soprattutto qualitativa delle nuove strutture, seppur contenuta a livello quantitativo, e un incremento del fatturato del 13,5% atteso per il 2024. È quanto emerso dal Rapporto 2024 sul mercato immobiliare alberghiero presentato a Milano nel corso della sesta edizione di Hospitality Forum, organizzato da Castello SGR e Scenari Immobiliari.
A spingere gli investimenti sono stati soprattutto investitori italiani (family office, operatori alberghieri e private equity), con un’incidenza di circa il 54% sul totale; altro elemento di novità il crescente interesse per la categoria dei Resort, che ha rappresentato circa il 40% delle operazioni.
A livello globale gli investimenti alberghieri registrano numeri migliori rispetto alle altre asset class, nonostante una riduzione del 35% degli investimenti, di poco superiori a 47 miliardi di euro. L’Europa conferma il trend positivo degli ultimi anni con una crescita dell’8,5% degli investimenti, prossimi ai 16 miliardi di euro, e stime al rialzo anche per il 2024.
Il settore si conferma solido e con ulteriori margini di crescita anche nel contesto italiano, dove il comparto beneficia di un notevole patrimonio paesaggistico e culturale che suscita l’interesse di turisti da ogni parte del mondo; occorre tuttavia innovare il patrimonio immobiliare al fine di attrarre maggiormente segmenti di clientela con elevata capacità di spesa e favorire la penetrazione sul mercato delle grandi catene alberghiere che rappresentano oggi soltanto una minima percentuale delle strutture turistico-ricettive presenti in Italia.
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Il mercato delle fusioni e acquisizioni nel manifatturiero italiano
Nel 2023, le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) nel settore manifatturiero italiano hanno subito una flessione, ma si prevede una ripresa nel corso del 2024 trainata dalla diminuzione dell’inflazione e dei tassi di interesse e sostenuta dai fondi di private equity. A livello globale, il volume delle operazioni di M&A è calato del 3% con un drastico crollo dei megadeal, ma l’Italia ha mantenuto una posizione relativamente stabile. Le operazioni completate sono diminuite del 3% in Italia, meno rispetto alla media globale.
Alcuni nostri studi evidenziano che i fondi di private equity hanno incrementato la loro presenza nel mercato italiano, rappresentando il 45% delle operazioni di M&A nel 2023. Nel corso del 2024, si prevede una ripresa nella seconda metà dell’anno, con un focus su opportunità di value creation e su settori dinamici legati alla transizione energetica e all’evoluzione tecnologica.
Le operazioni di mid-market saranno fondamentali per accrescere il capitale tecnologico e umano, mentre i deal di grandi dimensioni potrebbero beneficiare della riduzione dei tassi e del miglioramento della fiducia degli investitori. Inoltre, l’innovazione tecnologica, inclusi intelligenza artificiale, robotica e stampa 3D, sarà cruciale per la trasformazione del settore manifatturiero italiano.
Le imprese dovranno concentrarsi su revisioni strategiche del portafoglio, rafforzando il core business e dismettendo asset non allineati con la strategia aziendale. Le tematiche ESG diventeranno sempre più rilevanti nelle strategie aziendali, influenzando mercati, clienti e investitori.
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FRI-TUR: dal 01 luglio agevolazioni per il sistema turistico
FRI-Tur (Fondo rotativo imprese per il sostegno alle imprese e agli investimenti di sviluppo nel turismo) è l’incentivo nato con la finalità di potenziare le strutture ricettive e migliorare i servizi di ospitalità, in un’ottica di digitalizzazione e sostenibilità ambientale.
Previsto dal PNRR, è promosso dal Ministero del Turismo ed è gestito da Invitalia.
La dotazione finanziaria è di 780 milioni di euro, con ulteriori 600 milioni di finanziamenti bancari attivati per questa misura.
Si rivolge a investimenti compresi tra 500.000 e 10 milioni di euro, inerenti interventi di:
- riqualificazione energetica
- riqualificazione antisismica
- eliminazione delle barriere architettoniche
- manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, installazione di manufatti leggeri
- realizzazione di piscine termali (solo per gli stabilimenti termali)
- digitalizzazione
- acquisto o rinnovo di arredi
- spese per prestazioni professionali
Sono previste due forme di incentivo:
- contributo diretto alla spesa: nella misura massima del 35% dei costi e delle spese ammissibili, in base alla dimensione dell’impresa e della localizzazione dell’investimento
- finanziamento agevolato: concesso da Cassa Depositi e Prestiti ad un tasso nominale annuo pari allo 0,5%, con una durata compresa tra 4 e 15 anni, comprensiva di un periodo di preammortamento della durata massima di 3 anni
Al finanziamento agevolato deve essere abbinato un finanziamento bancario a tasso di mercato di pari importo e durata.
I progetti dovranno essere realizzati entro il 31 dicembre 2025 ed essere conformi alla normativa ambientale nazionale ed europea con particolare riferimento all’applicazione del principio DNSH previsto dal Regolamento UE 2020/852 art. 17.
Le richieste di agevolazioni potranno essere presentate dalle ore 12:00 del 1° luglio 2024 alle ore 12:00 del 31 luglio 2024, accedendo all’area riservata del sito Invitalia con identità digitale (SPID, CNS, CIE) e verranno esaminate in ordine cronologico di presentazione.
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INCENTIVI TRANSIZIONE GREEN: DECRETO ONLINE, DOMANDE DAL 27 GIUGNO
Emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy il decreto che disciplina le modalità di accesso ai contratti di sviluppo “Net Zero, rinnovabili e batterie” per oltre 1,7 miliardi di euro derivanti dai fondi Pnrr per agevolare la transizione energetica. Di questi, almeno 308,6 milioni di euro sono destinati a programmi di sviluppo concernenti le tecnologie fotovoltaiche ed eoliche, e non meno di 205,1 milioni di euro per le batterie.
Le risorse a disposizione, a valere sul Pnrr, sono circa 1,739 miliardi di euro di cui almeno il 40% destinate a progetti da realizzare nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
I programmi, nello specifico, dovranno avere ad oggetto la realizzazione di progetti di sviluppo industriale o di sviluppo per la tutela ambientale ed eventualmente progetti di ricerca, sviluppo e innovazione finalizzati alla produzione di batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori, dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS), nonché programmi di sviluppo per la produzione di componenti chiave e il recupero delle materie prime critiche specificate nel decreto.
Le imprese potranno presentare istanza allo sportello Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del ministero, a partire dalle ore 12.00 del 27 giugno. La piattaforma sarà aperta sia a nuove domande di Contratto di sviluppo sia a domande già presentate all’Agenzia, il cui iter agevolativo risulti sospeso per carenza di risorse finanziarie. In quest’ultimo caso le istanze dovranno contenere gli elementi necessari a consentire l’accertamento del possesso di tutti i requisiti previsti dal decreto.
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ZES UNICA: DAL 12 GIUGNO LE DOMANDE
Al via le domande di accesso al credito di imposta per investimenti nella ZES unica; disponibile online il modello di comunicazione.
È stato pubblicato sul sito dell’Agenzia delle entrate il modello di comunicazione per la fruizione del credito d’imposta per investimenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica, di cui all’art. 16 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, la quale ricomprende i territori delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, nonché le zone assistite della regione Abruzzo individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.
Dal 12 giugno al 12 luglio 2024, i soggetti interessati ad accedere al credito d’imposta potranno comunicare all’Agenzia delle entrate l’ammontare delle spese ammissibili sostenute dal 1° gennaio 2024 e che prevedono di sostenere entro il 15 novembre 2024, relative ad investimenti in beni strumentali (acquisto o locazione finanziaria) destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nella ZES unica, facenti parte di un progetto di investimento iniziale, come definito all’art. 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento (UE) N. 651/2014.
Il singolo progetto di investimento deve avere un costo complessivo non inferiore a 200.000 euro ed è agevolabile fino al limite massimo di 100 milioni di euro del costo complessivo. L’intensità dell’agevolazione è determinata in relazione alla regione e alla dimensione dell’impresa, ed è commisurata all’entità delle spese ammissibili.
Possono accedere all’agevolazione tutte le imprese già operative o che si insediano nella ZES unica, ad esclusione di quelle che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera e della lignite, dei trasporti, esclusi i settori del magazzinaggio e del supporto ai trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, della banda larga nonché nei settori creditizio, finanziario e assicurativo. Sono inoltre escluse le imprese che si trovano in stato di liquidazione o di scioglimento nonché le imprese in difficoltà, come definite all’art. 2, punto 18, del regolamento (UE) n.651/2014. Le imprese beneficiarie dovranno mantenere la loro attività nella ZES unica per almeno cinque anni dopo il completamento del relativo investimento, pena la decadenza dal beneficio.
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MiniPIA Regione Puglia: pubblicato il bando per gli investimenti in innovazione ed efficientamento delle PMI
Con una dotazione iniziale di 40 milioni di euro e la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 12 dell’ 8 febbraio 2024 debuttano i MINIPIA , Pacchetti Integrati di Agevolazione, a valere sul Programma regionale Puglia Fesr/Fse+ 2021-2027, rivolto a micro e piccole imprese, incluse le piccole imprese che acquisiscono la qualifica di media impresa esclusivamente per il tramite delle partecipazioni, nonché ai liberi professionisti.
Il bando offre un’opportunità significativa per le imprese, ubicate nel territorio della Regione Puglia, che operano in diversi settori, stimolando investimenti in innovazione tecnologica, digitalizzazione, transizione energetica ed ambientale e sviluppo delle competenze.
PROGETTI AMMISSIBILI
L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili è compreso tra un minimo di 30 mila euro e un massimo di 5 milioni di euro. La forma dell’aiuto è il contributo a fondo perduto.
Per il bando “Pacchetti Integrati di Agevolazione (MiniPIA)” destinato alle micro e piccole imprese, le spese agevolabili presentano specifici criteri e limiti finanziari, delineando chiaramente l’entità degli investimenti ammissibili:
- Programmi di investimento: devono avere un importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili compreso tra 30.000 euro e 5 milioni di euro.
- Investimenti produttivi: le spese ammissibili per investimenti produttivi non devono superare il 90% del progetto integrato.
- Innovazione dei processi e dell’organizzazione: gli investimenti in questa categoria non possono eccedere 1 milione di euro.
- Innovazione a favore delle PMI: anche per questa categoria, gli investimenti non possono superare 1 milione di euro.
- Formazione: gli investimenti destinati alla formazione non possono eccedere 500.000 euro.
- Tutela dell’ambiente: gli investimenti in questa area non possono superare i 3 milioni di euro.
- Servizi di consulenza e internazionalizzazione: le spese in queste categorie non possono superare i 500.000 euro, come anche le spese per la partecipazione alle fiere.
Anche in questa edizione dello strumento è confermato il coinvolgimento del sistema bancario che potrà garantire le risorse finanziarie necessarie a sostenere i programmi di sviluppo anche delle imprese di minore dimensione e favorire anche per queste realtà un miglior posizionamento a livello nazionale e internazionale. Per consentire un miglior accesso al credito, anche in questa edizione dell’avviso è prevista la possibilità di utilizzare forme di garanzia diretta o di portafoglio in modo da ampliare la platea dei potenziali beneficiari
Le domande potranno essere presentate a partire dal 29 febbraio 2024 con procedura online disponibile al link https://pugliasemplice.sistema.puglia.it/.
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